Negli ultimi anni, due temi hanno acquisito un’importanza sempre maggiore sia nel panorama aziendale che sociale: la sostenibilità e la digitalizzazione. Entrambi sono oggetto di crescenti investimenti e iniziative, ma continuano a essere affrontati come ambiti distinti, senza una strategia che li integri per massimizzarne i benefici reciproci.

Eppure, il legame tra digitale e sostenibilità è evidente: le innovazioni tecnologiche possono essere un acceleratore per raggiungere gli obiettivi sostenibili, mentre i principi di sostenibilità possono guidare l’adozione responsabile e consapevole delle tecnologie. Non cogliere questa sinergia rappresenta un’occasione persa per rendere più efficienti i processi, ottimizzare le risorse e creare un impatto positivo più ampio, e ancor di più può rappresentare un rischio al potenziale equilibrio tra fattori ESG.

Come il digitale può supportare la sostenibilità

Le tecnologie digitali offrono strumenti essenziali per promuovere la sostenibilità nelle imprese, nelle istituzioni e nei territori. Attraverso l’uso intelligente del digitale, è possibile migliorare l’efficienza energetica, ridurre gli sprechi e ottimizzare i processi produttivi. Tuttavia, è necessario bilanciare i benefici con i rischi, perché il digitale stesso può avere un impatto negativo sull’ambiente.

Ad esempio, l’uso eccessivo della banda internet, il consumo energetico dei data center e la rapida obsolescenza dei dispositivi elettronici rappresentano sfide significative. Per ridurre questi effetti, si possono adottare alcune semplici pratiche:

  • Limitare l’uso della banda internet quando non necessario;
  • Spegnere i dispositivi elettronici quando non utilizzati;
  • Evitare la sostituzione annuale di dispositivi tecnologici, favorendo invece il loro corretto smaltimento come RAEE;
  • Eliminare file inutili dal cloud per ridurre il consumo energetico associato.

Parallelamente, le tecnologie digitali possono essere sfruttate per favorire comportamenti più sostenibili e per raggiungere obiettivi ambientali, sociali e di governance. Alcuni esempi includono:

  • L’installazione di “smart meter” per monitorare e ottimizzare i consumi energetici;
  • La riduzione degli spostamenti grazie allo smart working e alle applicazioni di mobilità;
  • L’uso di app per gestire meglio la raccolta differenziata e promuovere l’economia circolare, dando nuova vita ai prodotti;
  • L’adozione di tecnologie per controllare in modo intelligente il riscaldamento e l’illuminazione negli edifici.

Il Politecnico di Milano, ad esempio, ha sviluppato linee guida dettagliate per sfruttare la digitalizzazione come strumento per il risparmio energetico e la sostenibilità, dimostrando come queste tecnologie possano diventare un motore per la competitività e la crescita responsabile.

Europa: digitale e sostenibilità su binari paralleli

A livello europeo, la Commissione Europea ha avviato numerose iniziative in ambito di sostenibilità e digitalizzazione, ma queste vengono spesso trattate separatamente. Dal 2020, si è registrata un’accelerazione con una media di 15 interventi all’anno, suddivisi tra 54 misure legislative, come regolamenti vincolanti, e 38 piani strategici non vincolanti con obiettivi più generici.

Tuttavia, solo 7 di queste iniziative integrano il digitale come elemento centrale per affrontare le sfide della sostenibilità. Questo dato evidenzia come, nonostante l’importanza di entrambi i temi, la loro combinazione sia ancora considerata marginale, e il digitale venga sottovalutato nel suo ruolo potenziale di promotore per la transizione sostenibile.

La sostenibilità è spesso al centro delle strategie non legislative, con un focus su cambiamenti climatici, inclusione sociale e diritti umani, mentre la digitalizzazione domina il panorama legislativo, concentrandosi su trasparenza, sicurezza tecnologica e gestione dei dati. Tuttavia, questa separazione rappresenta un limite, perché una maggiore integrazione tra i due ambiti potrebbe accelerare il raggiungimento di risultati concreti e duraturi.

Investimenti ancora poco integrati

Le misure di sostenibilità su base volontaria stanno lentamente guadagnando terreno, grazie alla crescente consapevolezza da parte delle aziende dei benefici tangibili che queste possono generare, sia in termini di miglioramento della reputazione aziendale che di incremento dell’efficienza operativa.

Secondo i dati, il 91% delle grandi imprese investe in modo significativo nella digitalizzazione, mentre il 93% destina risorse alla sostenibilità, con una particolare attenzione agli obiettivi ambientali. In Italia, l’84% delle grandi aziende dichiara di impegnarsi sia nell’innovazione digitale sia nella sostenibilità. Tuttavia, tra queste, il 17% continua a concentrarsi su una singola dimensione della sostenibilità (ambientale, sociale o di governance), senza adottare una visione olistica.

Nonostante il numero incoraggiante di imprese impegnate in investimenti in queste due aree, solo il 34% utilizza l’innovazione digitale come strumento sinergico per raggiungere obiettivi di sostenibilità. Ancora più esiguo è il numero di aziende che integra pienamente i principi dello sviluppo sostenibile nella definizione delle proprie strategie di digitalizzazione: appena il 22% sfrutta le linee guida della sostenibilità per rivedere la propria politica di adozione tecnologica.

Ma quali sono le ragioni di questa lentezza nell’integrazione? Per molte aziende, l’adozione di obiettivi sostenibili rappresenta un investimento percepito come oneroso, sia in termini di costi che di risorse da dedicare. Questo spiega perché solo il 6% delle imprese si affida alle linee guida sulla sostenibilità come strumento per orientare i propri processi di digitalizzazione.

Emergono quindi due esigenze critiche: da un lato, sensibilizzare le imprese sui vantaggi competitivi che la sinergia tra sostenibilità e innovazione digitale può offrire; dall’altro, promuovere una formazione mirata per colmare il divario conoscitivo. È infatti la scarsa consapevolezza delle opportunità e dei rischi connessi a questa relazione a costituire una delle principali barriere all’adozione di approcci integrati.

Un binomio strategico per il futuro

Integrare sostenibilità e digitale non è solo una scelta strategica, ma una necessità per affrontare le sfide globali. Ad esempio, nella sostenibilità ambientale, il lavoro da remoto può ridurre le emissioni di CO₂ di circa 60 kg all’anno per persona, viceversa il raffreddamento dei data center richiede un’attenzione crescente per minimizzare l’impatto ambientale.

In Italia, il Piano Transizione 5.0 mira a colmare il divario tra digitale e sostenibilità, incentivando investimenti che combinano innovazione tecnologica, green economy e formazione del personale. Con un budget di 12,7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, questo piano supporta le imprese nella trasformazione digitale ed energetica, promuovendo progetti che riducono i consumi e migliorano l’efficienza.
Il credito d’imposta dev’essere proporzionale alla spesa sostenuta e alla riduzione dei consumi ottenuti, nell’ambito di progetti di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici.

Conclusioni

Nonostante i progressi nella digitalizzazione e nella sostenibilità, la loro integrazione rimane un obiettivo lontano per molte aziende. Eppure, un approccio sinergico potrebbe sbloccare enormi potenzialità, migliorando non solo l’efficienza operativa ma anche la competitività e la reputazione aziendale.

Noi di UOMOeAMBIENTE crediamo fermamente che l’innovazione digitale rappresenti una leva fondamentale per il progresso sostenibile. Il nostro impegno è quello di affiancare i nostri clienti in questo percorso, trasformando sfide apparentemente complesse in opportunità concrete di crescita e innovazione.

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