Negli ultimi anni, si è parlato sempre più di sostenibilità, economia circolare e transizione ecologica. Ma spesso dimentichiamo un elemento fondamentale di questa transizione ecologica: che fine fanno i nostri dispositivi elettronici una volta diventati rifiuti? La risposta sta nei RAEE – i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche – e in una normativa europea che sta per essere profondamente aggiornata anche in Italia.
Dal 10 luglio 2025 entrerà infatti in vigore la Legge di delegazione europea 2024, approvata il 13 giugno 2025 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 giugno. Questa legge delega il Governo italiano a recepire un pacchetto di nuove direttive europee, tra cui la Direttiva (UE) 2024/884, che modifica la disciplina RAEE, con un focus molto preciso: i pannelli fotovoltaici.
Ma andiamo con ordine.
Perché i RAEE sono così importanti?
Ogni anno produciamo milioni di tonnellate di rifiuti elettronici: computer, cellulari, piccoli elettrodomestici, TV, lampade LED, dispositivi smart. E da qualche anno a questa parte, anche i pannelli solari stanno iniziando ad arrivare a fine vita. La loro durata è in genere di 20–30 anni, e quelli installati nei primi anni 2000 stanno diventando un nuovo flusso di rifiuti potenzialmente critico.
I RAEE contengono materiali preziosi (rame, oro, silicio, terre rare), ma anche sostanze pericolose, come metalli pesanti e plastiche contaminate. Se non vengono gestiti correttamente, possono causare gravi danni ambientali e sanitari. Per questo, l’Unione Europea ha da tempo introdotto regole molto rigorose, che prevedono obblighi per produttori, importatori e distributori.
Cosa introduce la Direttiva RAEE 2024/884?
La nuova direttiva europea, approvata nel marzo 2024 e pubblicata ufficialmente come Direttiva (UE) 2024/884, modifica la precedente Direttiva 2012/19/UE (RAEE 2) con un obiettivo ben preciso: regolare in modo più efficace la gestione a fine vita dei pannelli fotovoltaici, soprattutto quelli installati in ambito domestico.
Per farlo, la direttiva introduce un meccanismo dedicato di finanziamento, in cui i produttori sono responsabili dei costi di raccolta, trattamento e smaltimento dei pannelli. Questa responsabilità non si applicherà in modo retroattivo, ma solo per i pannelli immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2012.
Il recepimento in Italia: la Legge 91/2025
Con la Legge di delegazione europea 2024 (n. 91 del 13 giugno 2025), l’Italia si prepara a tradurre in norme nazionali le novità introdotte dalla direttiva RAEE aggiornata.
In particolare:
- Il Governo è delegato ad adottare specifici decreti legislativi, che definiranno in dettaglio come dovrà essere gestita questa nuova responsabilità per i produttori di pannelli.
- Si prevede l’introduzione di meccanismi economici dedicati, tracciabilità rafforzata, e probabilmente nuove modalità di raccolta e smaltimento anche a livello comunale.
Questi decreti saranno adottati nei mesi successivi, e costituiranno la vera ossatura operativa della riforma.
Perché il focus sui pannelli fotovoltaici?
Negli ultimi 20 anni, il fotovoltaico è diventato una delle soluzioni chiave per la decarbonizzazione. In Italia ci sono oggi oltre 1,2 milioni di impianti FV domestici, molti dei quali installati grazie agli incentivi del “Conto Energia”.
Questi pannelli, però, non sono eterni. Hanno una vita utile media di 25 anni, e quando smettono di funzionare o vengono sostituiti, diventano RAEE a tutti gli effetti.
Ma non sono RAEE qualsiasi: contengono vetro, silicio, alluminio, e in alcuni casi anche cadmio o piombo. Serve quindi una filiera specializzata per smontarli, separarli e trattarli in modo sicuro ed efficiente.
Cosa cambierà concretamente?
Tra le principali novità che ci si aspetta dai futuri decreti attuativi, segnaliamo:
- Obblighi per i produttori: dovranno finanziare le operazioni di raccolta e trattamento dei pannelli domestici dismessi.
- Nuovi flussi informativi: tracciabilità dei pannelli, registri elettronici, rendicontazione dei quantitativi.
- Ruolo dei centri di raccolta: sarà fondamentale rafforzare le strutture locali in grado di accettare e gestire pannelli FV.
- Coinvolgimento dei cittadini: si ipotizza l’introduzione di nuove modalità semplificate di conferimento, anche a domicilio.
Chi sarà coinvolto?
Questa riforma toccherà diversi attori:
- Le aziende che producono o importano pannelli fotovoltaici, che dovranno organizzarsi con consorzi e sistemi collettivi.
- I rivenditori, anche online, che potrebbero essere considerati “responsabili” in assenza del produttore.
- Gli installatori, che avranno un ruolo chiave nella raccolta e ritiro dei pannelli sostituiti.
- I comuni e i gestori dei centri di raccolta RAEE, che dovranno dotarsi di strutture adeguate per questo nuovo flusso di rifiuto.
- I cittadini, che potrebbero beneficiare di nuovi servizi e incentivi per lo smaltimento corretto.
Un quadro più ampio: tutte le direttive recepite dalla Legge 91/2025
La L. 91/2025, in vigore dal 10 luglio 2025, dà mandato al Governo di recepire 20 direttive UE attraverso specifici decreti legislativi, cui si aggiungono 21 atti elencati nell’Allegato A senza necessità di criteri direttivi specifici,
Oltre alla già trattata Direttiva RAEE (UE 2024/884), sono incluse alcune di rilievo ambientale, sociale ed economico:
- Direttiva (UE) 2024/1203 – rafforza la tutela penale dell’ambiente, ampliando i reati ambientali punibili. Entrata in vigore il 20 maggio 2024; recepimento atteso entro 21 maggio 2026;
- Direttiva (UE) 2024/1785 – modifica le norme sulle emissioni industriali (IPPC) e sulle discariche dei rifiuti, aggiornando le regole per prevenzione e controllo inquinamento;
- Direttiva (UE) 2024/825 – mira a contrastare il greenwashing, rafforzando la trasparenza ambientale nelle comunicazioni aziendali.
Altre direttive riguardano temi quali:
- la regolamentazione dei servizi finanziari a distanza (modifica alla 2011/83/UE);
- il rafforzamento della vigilanza bancaria e gestione del rischio ESG;
- la sicurezza dell’aria ambiente;
- i diritti dei lavoratori nelle piattaforme digitali;
- il tema delle emissioni industriali e delle discariche (IPPC).
Tutti gli atti richiamati prevedono termini di recepimento specifici, clausole di invarianza finanziaria e indicazioni sui criteri da adottare nei successivi decreti legislativi.
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