Quando parliamo di Agentic AI (o agenti di IA), ci riferiamo a un’infrastruttura basata sull’intelligenza artificiale e progettata per compiere azioni autonome orientate a un obiettivo, per fare e non solo per rispondere. Non stiamo parlando di semplici chatbot come ChatGPT o assistenti virtuali limitati a compiti predefiniti: gli agenti di IA sono entità intelligenti e autonome, capaci di pianificare strategie, prendere decisioni, interagire con applicazioni e ambienti digitali, e adattarsi dinamicamente al contesto per raggiungere obiettivi complessi.
A differenza dei sistemi tradizionali, che si limitano a fornire risposte statiche, un agente è in grado di ragionare e agire. Per esempio, se chiediamo le previsioni meteo di Torino, un semplice chatbot potrebbe non avere l’informazione o, peggio, inventarla. Un agente, invece, elabora un vero e proprio piano d’azione: identifica le fonti utili, accede ai dati disponibili online o tramite applicazioni collegate, li analizza e infine ci restituisce un report accurato e pertinente al contesto.
Per sfruttarne il potenziale, è fondamentale adottare una gestione consapevole e governata della tecnologia, evitando approcci distorti che la considerano un sostituto del lavoro umano.
Al contrario, questa innovazione si basa proprio sulla collaborazione tra persona e macchina: è la guida umana a dare direzione, contesto e valore all’intervento dell’AI.
Come funziona l'Agentic AI
Un agente di IA segue un ciclo operativo articolato in quattro fasi fondamentali:
- percezione (raccolta dati da interfaccia di programmazione dell’applicazione, sensori o fonti digitali);
- ragionamento (elaborazione strategie tramite modelli linguistici avanzati e tecniche di pianificazione);
- azione (esecuzione compiti tramite tool o sub-agenti); e, in alcuni casi,
- apprendimento (analisi dei risultati e adattamento per migliorare le prestazioni).
Capita che questi sistemi siano spesso organizzati in architetture multi-agente (MAS), dove ogni entità ha un ruolo specifico e può collaborare con altre per completare flussi complessi. A differenza di una più classica automazione dei processi, l’Agentic IA è dinamica, adattiva, e in grado di gestire attività aperte, non rigidamente predefinite.
Come si integra l'Agentic AI in un contesto aziendale
La progressione verso l’Agentic AI si può descrivere in cinque fasi:
- Automazione deterministica: sistemi basati su regole fisse e input deterministici;
- Automazione cognitiva (Machine Learning): sistemi che utilizzano modelli predittivi per migliorare la performance;
- Assistenti digitali: l’IA diventa frontend per l’utente;
- Co-pilot generativo: l’IA generativa genera contenuti (testo/codice) in autonomia. L’umano entra nel loop come supervisore;
- Agentic AI: gli agenti pianificano, comunicano tra loro, monitorano lo stato e completano task multi-step con minima supervisione.
Spesso, gli agenti operano all’interno di architetture multi-agente, in cui ogni componente ha un ruolo specifico e collabora per portare a termine processi articolati. Risultato? Un’IA dinamica, adattiva e collaborativa, in grado di affrontare attività aperte e non rigidamente predefinite. Gli agenti IA combinano modelli linguistici, logiche decisionali, automazione intelligente e sistemi analitici in un’unica infrastruttura flessibile.
Questo approccio apre nuove possibilità per ogni settore: dal customer service alla gestione operativa, dalla business intelligence al supporto decisionale. Per capire davvero il valore dell’Agentic AI, è fondamentale confrontarla con le tecnologie che l’hanno preceduta: l’automazione tradizionale e la più recente GenAI. Mentre l'automazione classica esegue compiti predefiniti e la GenAI crea contenuti in risposta a input specifici, l'Agentic AI compie un passo in più: agisce in autonomia per raggiungere obiettivi complessi, adattandosi al contesto e prendendo decisioni lungo il percorso.
L’Agentic AI e il nuovo quadro europeo
L’evoluzione degli agenti intelligenti si colloca in un contesto europeo che sta definendo regole sempre più chiare sull’uso responsabile dell’intelligenza artificiale. La seconda fase dell’AI Act, il primo regolamento organico al mondo sull’IA, introduce infatti requisiti specifici per i sistemi ad alto rischio e per i modelli generativi più avanzati, con l’obiettivo di garantire trasparenza, sicurezza e proporzionalità nell’adozione delle nuove tecnologie .
Per le aziende questo non significa frenare l’innovazione, ma adottare un approccio più maturo nella gestione dell’IA: comprendere i rischi, documentare i processi, costruire modelli di governance adeguati e favorire un uso che rimanga sempre allineato alle persone e agli obiettivi dell’organizzazione. In questo quadro, l’Agentic AI diventa un’opportunità, purché inserita in un sistema che unisce innovazione e responsabilità.
Quale futuro ci aspetta per l'AI e l'essere umano
Con l’aumento dell’autonomia, crescono anche le sfide di governance. Gli agenti intelligenti devono essere supervisionabili, trasparenti nei loro processi decisionali, auditabili e sempre allineati a policy di sicurezza, etica e privacy. Le potenzialità dell’Agentic AI sono enormi: automazione scalabile, processi adattivi, interazioni personalizzate. Ma non vanno sottovalutati i rischi: bias, allucinazioni, errori di valutazione e uso improprio possono comprometterne i benefici. L’approccio più efficace per bilanciare innovazione e controllo è di tipo incrementale: introdurre la tecnologia passo dopo passo, con supervisione umana nei punti critici.
Un principio guida condiviso dagli esperti è peraltro chiaro: l’Agentic AI non è un sostituto dell’intelligenza umana, ma un alleato. L’intelligenza artificiale può agire in autonomia, ma è l’essere umano a definire gli obiettivi, valutare i risultati e mantenere la responsabilità finale. Questa tecnologia apre scenari inediti in termini di automazione avanzata, collaborazione tra sistemi, apprendimento continuo e adattabilità. Non si tratta di un semplice rebranding dell’automazione, ma di una nuova era tecnologica. Una rivoluzione che richiede scelte etiche, attenzione al rischio e centralità della persona. In questo equilibrio nasce un nuovo paradigma: macchine intelligenti e autonome che collaborano con l’intelligenza umana per affrontare sfide complesse. Perché il futuro dell’IA non è solo più intelligente, è anche più umano.
L’Agentic AI non è il futuro, è il presente. Ed è pronta a trasformare il modo in cui le organizzazioni interagiscono con la tecnologia. Se vuoi esplorare l’AI come leva di evoluzione sostenibile e non come semplice strumento tecnico, UOMOeAMBIENTE è al tuo fianco per costruire percorsi che mettono insieme innovazione, governance e centralità dell’essere umano.



