Gaia Gentilucci, Consulente Junior per l’Ambiente e la Sicurezza

La sosia di Camihawke made in UOMOeAMBIENTE – non la conoscete? È una delle video blogger più amate del momento! – ha «il cuore diviso in tre»: una parte è a Padova insieme ai suoi parenti, un’altra a Recanati con mamma, papà e gli amici di sempre e un’altra ancora si trova a Torino, dove lavora e vive con il suo compagno Enzo. Nata e vissuta in Veneto per dieci anni, Gaia Gentilucci si è trasferita nella città di Leopardi e ci è rimasta fino al conseguimento della laurea triennale in Ingegneria Civile e Ambientale presso l’Università Politecnica delle Marche. La laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio l’ha portata al Politecnico di Torino: «al di là della validità dell’ateneo, ho scelto questa città perché volevo conoscere posti nuovi e fare un’esperienza al di fuori delle terre che già conoscevo, uscire dalla mia “comfort zone” e mettermi alla prova». Nel suo tempo libero ama viaggiare – l’ultima meta è stata Edimburgo – e fare escursioni, possibilmente in montagna. È sportiva e non dice mai no ad una giornata con sci o ciaspole ai piedi. Tra i suoi sport preferiti c’è il nuoto: ha trascorso diversi anni della sua vita in piscina («I miei genitori mi hanno “buttata in acqua” quando ero molto piccola, volevano che imparassi a nuotare bene») ma quando stava per raggiungere l’agonismo ha preferito virare verso una disciplina di squadra, la pallavolo. Tra lividi e slogature ha trascorso sul campo quasi dieci anni e l’amore per questo sport non l’ha ancora abbandonata.

 

Come sei arrivata in UOMOeAMBIENTE?

«Grazie alla segnalazione di un docente del Politecnico che, nel 2021, aveva inoltrato il mio curriculum vitae a diverse aziende. In quel periodo stavo facendo diversi colloqui di lavoro ed ero sul punto di accettare una proposta, ma avendo già in programma un incontro virtuale con il fondatore di UOMOeAMBIENTE Mario Burrascano mi sono detta: “perché annullarlo?”. In quell’occasione ho conosciuto anche l’AD e co-fondatrice Nunzia Giunta ed entrambi mi avevano fatto un’ottima prima impressione. È stato un colloquio molto tecnico dal momento che erano alla ricerca di una figura junior da inserire all’interno dell’area dedicata all’ambiente e alla sicurezza sul lavoro. A farmi le domande era presente anche Irene Sandrone, RSPP e consulente senior HSE. Ricordo ancora le parole con cui Nunzia ha concluso scherzosamente il nostro incontro: “Sei nata il 2 febbraio? In UOMOeAMBIENTE abbiamo una tradizione: festeggiamo ogni compleanno con un vassoio di pasticcini. Ma nella nostra attuale squadra nessuno è nato nel mese di febbraio. Ci vorrebbe proprio una figura come la tua!”. In più era emerso che un’altra persona che conoscevo di vista, l’ingegnere Andrea Filograno, stava iniziando il suo percorso all’interno dell’azienda. Così ho pensato che fosse destino e due settimane dopo il mio cammino in UOMOeAMBIENTE ha avuto ufficialmente inizio».

 

Qual è il tuo ruolo nel team di UOMOeAMBIENTE?

«Affianco Irene Sandrone e Sara Bonatto, anche lei RSPP e consulente senior HSE, nella redazione dei documenti di valutazione del rischio (DVR). All’occasione supporto anche l’IT manager Francesco Deperte per un’ulteriore parte documentale di sicurezza sul lavoro e, da qualche tempo, ho iniziato a tenere dei corsi di formazione in materia. Supporto anche Alessandra Leo, addetta alla project communication, nella stesura di infografiche tecniche. Ciò che preferisco è però occuparmi della sostenibilità ambientale, in coerenza con il mio percorso di studi: con Andrea Filograno ed Elisa Gagliardi, project manager per la sostenibilità, sto lavorando a diversi progetti green e ne sono davvero entusiasta».

gaia gentilucci

Qual è il progetto realizzato con UOMOeAMBIENTE che ti ha dato maggiore soddisfazione?

«Il calcolo della carbon footprint della sede torinese di UOMOeAMBIENTE. In una prima fase di inventario GHG (Greenhouse gas) ho indagato lo scenario organizzativo aziendale individuando i fattori di emissione più impattanti, in riferimento agli standard internazionali UNI EN ISO 14067:2018 (Impronta climatica dei prodotti o carbon footprint dei prodotti – Requisiti e linee guida per la quantificazione) e UNI EN ISO 14064-1:2019 (Specifiche e guida, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro rimozione). In seguito ho individuato le soluzioni ingegneristiche più efficaci ed efficienti per mitigare o abbattere le emissioni di CO2. È un lavoro che mi ha dato parecchie soddisfazioni, è stato stimolante e non vedo l’ora di cimentarmi nuovamente in un progetto simile».

 

In quale dei valori di UOMOeAMBIENTE ti rispecchi maggiormente?

«Da buona pallavolista direi la cooperazione. Siamo una squadra e ci aiutiamo gli uni con gli altri, senza alcun bisogno di chiedere supporto: ad esempio, se un tecnico senior va in trasferta qualcun altro sopperisce alla sua assenza occupandosi della parte di backoffice. Aggiungerei… il dinamismo, il volersi sempre migliorare e cimentarsi in nuove sfide. Mi piace anche l’impegno per la causa ambientale e ho scelto questo lavoro perché volevo contribuire a rendere il mondo un posto migliore».