Valutazione del rischio chimico

Valutare il rischio chimico in azienda non è banale, poichè necessita una conoscenza accurata dei processi e delle attività  svolte, degli effetti degli agenti chimici individuati sulla salute dei lavoratori, nonchè la scelta della metodologia più appropriata da adottare.

La mappatura dei processi dev'essere effettuata per tutti i gruppi omogenei individuati, al fine di non correre il rischio di tralasciare quelli che, anche se non coinvolti direttamente in produzione, potrebbero comunque venire in contatto con agenti potenzialmente pericolosi, magari di uso scontato. Inoltre, occorre considerare l'intero processo produttivo, dall'inizio fino alla manipolazione e stoccaggio del rifiuto. Per ogni fase è fondamentale avere un censimento accurato delle sostanze/prodotti utilizzati con le relative schede di sicurezza (aggiornate), ma anche individuare chiaramente i processi ove nel corso della lavorazione si possono sviluppare agenti chimici, quali saldatura, asportazione di materiale, combustione o riscaldamento, prodotti di reazione originati dalla combinazione di più sostanze, degradamento. Se da una parte le informazioni circa la pericolosità  sono indicate nelle schede di sicurezza e le dinamiche di alcuni fenomeni sono noti, dall'altra occorre approfondire la conoscenza tramite indagini appropriate per poter indentificare la pericolosità  per il lavoratore (es. prodotti di reazione). Il contributo del medico competente è fondamentale.

Una volta identificati gli agenti chimici con le proprie caratteristiche, determinati i quantitativi in gioco e le modalità  di esposizione, occorre individuare la metodologia di valutazione più adatta da adottare, per giungere ad un risultato affidabile, considerando ad esempio le quantità  minime apprezzate, la presenza di agenti cancerogeni ed altri fattori.

A supporto di quanto sopra indicato, si possono effettuare campionamenti ambientali e/o personali, finalizzati sia alla determinazione dell'inquinante (in caso non sia conosciuto), sia del livello di esposizione. A seguito di ciò è quindi possibile definire l'adeguatezza delle misure di prevenzione e protezione adottate ed identificare un piano di miglioramento.

Il processo di valutazione del rischio che adotta lo spirito del miglioramento continuo, rappresenta un valore per l'azienda, consentendo non solo di ottemperare ai requisiti di legge (D. Lgs. 81/08 Titolo IX), ma costituisce uno strumento fondamentale per tutelare la salute dei lavoratori e la figura del datore di lavoro.

Gli strumenti a disposizione del datore di lavoro per ridurre la presenza di sostanze chimiche pericolose all'interno degli ambienti di lavoro partono come sempre dalle misure di prevenzione che ruotano intorno ad una efficace e puntuale formazione ed informazione ai lavoratori interessati, e coinvolgono un'attenta pianificazione dell'organizzazione del lavoro. Questa deve essere rivolta a limitare, per esempio, il numero degli esposti, all'impiego di adeguate e moderne misure tecniche ed all'adozione di procedure aziendali che definiscano le modalità  di manipolazione, conservazione, smaltimento delle sostanze chimiche utilizzate e relativa gestione delle emergenze.