Cambia la mobilità degli italiani. In questi ultimi giorni di agosto, ammettiamolo, lo abbiamo pensato un po’ tutti: le città ci piacciono molto di più quando non sono intasate di automobili in coda e inquinate, oltre che dai consueti gas di scarico, da colpi di clacson assordanti. La buona notizia è che questo trend – che di solito caratterizza unicamente il periodo estivo, quando i centri urbani sono meno affollati – continuerà a esistere anche nei mesi di settembre e ottobre. A dirlo è l’Istat che, in una survey dedicata, ha messo nero su bianco i cambiamenti post-Covid che caratterizzeranno la mobilità autunnale degli italiani. La brutta notizia, invece, è che diminuirà l’uso dei mezzi pubblici a favore dell’auto privata. Con conseguenze dannose per l’ambiente. Soprattutto in quelle città che, come Torino, hanno un elevato tasso di motorizzazione.

Mobilità degli italiani Autunno 2021: i dati Istat

Se le aziende non possono fare nulla per invertire questa macrotendenza, hanno invece il potere di adottare politiche interne volte a diminuirne l’impatto. La figura del Mobility Manager aziendale (il “responsabile della mobilità” aziendale) è stata istituita appositamente per promuovere la mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente, ottimizzando costi e impatti sulla mobilità dell’intero territorio. E da qualche mese, in alcuni casi, è obbligatoria.

 

Meno spostamenti, meno mezzi ecologici. La mobilità degli italiani nei mesi di settembre e ottobre 2021 sarà diversa dagli anni passati a causa del Covid

Le imprese hanno dunque il dovere morale, e non solo, di adeguarsi ai nuovi trend in tema spostamenti: l’obiettivo è quello di rispondere ai cambiamenti elaborando un PSCL (Piano degli spostamenti casa-lavoro) efficace e che permetta ai lavoratori di usufruire dei mezzi di trasporto pubblici adattando, ove necessario, gli orari lavorativi. In alternativa è utile sviluppare un piano di digitalizzazione delle procedure aziendali per consentire agli stessi di lavorare in smart-working, annullando l’impatto ambientale che avrebbe l’eventuale spostamento sul luogo di lavoro della risorsa.

  • Meno spostamenti per studio e lavoro

Tra gennaio e febbraio 2020 oltre l’80% degli intervistati attualmente occupati o studenti maggiorenni si spostava, per studio e lavoro, almeno cinque volte a settimana. Una quota molto inferiore si muoveva da 1 a 4 giorni a settimana mentre era sostanzialmente trascurabile la frazione di intervistati che effettuava meno di uno spostamento a settimana, o nessuno spostamento. Da settembre di quest’anno, complici lo smart-working e la DAD, cresce il numero delle persone che “non effettueranno alcuno spostamento” o si recheranno in sede di lavoro/studio meno di 1 volta a settimana.

Mobilità degli italiani: i trend autunno 2021 Per adeguarsi al trend, da settembre le aziende dovranno implementare procedure di cloud computing, con un occhio di riguardo la cybersecurity dei dati sensibili, per garantire la fruibilità del materiale lavorativo anche da sedi dislocate.

  • Aumenta l’uso dell’automobile, in calo il trasporto pubblico

Anche sulla modalità di trasporto si prefigurano importanti cambiamenti, con una caduta nell’utilizzo del mezzo pubblico, previsto solo nel 22,6% dei casi (la percentuale per gli stessi intervistati era del 27,3% prima della pandemia), e un parallelo incremento nell’uso dell’automobile privata, che dal 44,1% arriverà a coprire quasi la metà degli spostamenti dell’autunno. In calo anche la mobilità dolce: rispetto al pre-pandemia diminuirà il numero di persone che utilizzano bicicletta, monopattino o che vanno a piedi. Al limite, si opterà per il car-sharing o per il tradizionale “passaggio”.

Per adeguarsi al trend, da settembre le aziende che non hanno già provveduto a farlo dovranno affidarsi a un Mobility Manager in grado di elaborare un PSCL di successo, frutto di un lavoro di coordinamento e consultazione con dirigenti, dipendenti, aziende di trasporto e sindacati.

  • Il Covid-19 influenza frequenza e modalità degli spostamenti

Tra occupati e studenti ben uno su quattro prevede di cambiare la propria frequenza di spostamento rispetto a prima della pandemia. Per quasi la metà di loro il Covid rappresenta la causa esclusiva di questo mutamento. Solo per il 17% degli intervistati è una concausa che si accompagna ad altre ragioni. Incrociando i dati appare dunque chiaro: che sia per necessità – le aziende hanno riscoperto smart-working e telelavoro solo durante la pandemia – o per prudenza, le vicende sanitarie sono la principale causa del calo di utilizzo dei mezzi pubblici.

Per adeguarsi al trend, da settembre le aziende dovranno implementare un sistema di corporate car sharing elettrico, riducendo i costi di gestione delle flotte aziendali: i dipendenti possono in questo modo condividere i veicoli unendo i benefici del trasporto privato (comodità e sicurezza) e quello pubblico (costi contenuti e basso impatto ambientale).

 

UOMOeAMBIENTE supporta i suoi clienti nell’adozione di misure per una mobilità sempre più sostenibile attraverso percorsi formativi ad hoc.
In alternativa, mette a disposizione le sue risorse e competenze per assumere il ruolo di Mobility Manager.

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