Le conseguenze della crisi climatica sono sotto gli occhi di tutti e - al di là delle ben visibili ripercussioni sull'ambiente - contribuiscono ad accentuare le disuguaglianze sociali con effetti a catena, peggiorativi, negli ambiti dell'inclusione delle diversità e della giustizia. Un assunto semplice, ma non semplicistico, che definisce la vision del "nuovo" trend in campo finanziario: gli investimenti sostenibili con criteri ESG, ovvero che tengono conto di fattori ambientali, sociali e di governance. Una tendenza che in questo post-Covid, stando alla ricerca congiunta Bnp Paribas AM e Greenwich Associates, è destinata a crescere.
Il come e il perchè li ha sintetizzati Frèdèric Janbon, CEO di BNPP AM. La pandemia «ha innescato un cambiamento nella percezione degli investitori riguardo ai fattori sociali, che sono ora ampiamente considerati come aventi un impatto positivo e critico sulla creazione di valore a lungo termine e sulla mitigazione del rischio».
Cosa significa l'acronimo ESG?
Environment, Social, Governance. Investire sostenibilmente significa valutare le pratiche ambientali, sociali e di governance di un'azienda. Che devono soddisfare determinati standard qualitativi come basse emissioni di carbonio nell'atmosfera, cultura aziendale solida e sostenibile per gli stakeholder (clienti, fornitori, partner ecc.), qualità delle procedure aziendali - anche in termini di cybersecurity e protezione dati - e trasparenza delle attività del management.
Il sentiment degli intervistati sul tema è in effetti positivo: quasi un quarto degli intervistati (23%) ha dichiarato che i criteri ESG sono diventati "più centrali/più importanti" a seguito della crisi sanitaria mondiale. Molti di loro (l'81%) già tengono conto di questi valori con riferimento a tutto o parte del proprio portafoglio e un ulteriore 16% intende farlo.
Criteri ESG: le barriere del settore e la necessità per la Commissione Europea di definire standard universalmente condivisibili e, soprattutto, trasparenti
Parallelamente alla fiducia degli investitori nei prodotti finanziari sostenibili cresce, comprensibilmente, l'apprensione per i capitali investiti: la mancanza di parametri standard associati alla disponibilità di dati crea barriere significative agli investimenti in considerazione dei fattori sociali. Sebbene il 37% degli intervistati non riscontrasse "alcuna barriera" agli investimenti volti a tener conto dei fattori sociali, dallo studio sono emersi due ostacoli evidenti: "Mancanza di metriche definite/standard" (42%) e "mancanza di chiarezza su cosa include l'investimento socialmente responsabile" (31%).
Le preoccupazioni, a rigor di cronaca, non erano infondate. È il caso di DWS (Deutsche Asset & Wealth Management), gruppo controllato dalla tedesca Deutsche Bank, finito nel mirino delle Authority negli Usa (SEC) e in Germania (Bafin) con l'accusa di aver "esagerato le credenziali ambientali o sociali di alcuni Prodotti di investimento con etichetta ESG". L'indiscrezione, portata alla luce dal Wall Street Journal e Bloomberg, ha spaventato non poco gli investitori alla borsa di Francoforte. I quali, oltre a vendere il titolo DWS, hanno alleggerito il portafoglio anche di azioni della controllante Deutsche Bank.
È per contrastare avvenimenti simili che qualche settimana prima dello scandalo teutonico, in data 6 luglio, la Commissione Europea aveva avanzato una proposta di norma europea per le obbligazioni verdi (EUGBS, European Green Bond Standard) atta a creare uno standard rigoroso e con adesione volontaria per le obbligazioni che finanziano investimenti sostenibili. Entro la fine del 2023 gli emittenti di obbligazioni verdi potranno disporre di uno strumento solido per dimostrare che stanno finanziando progetti ecocompatibili in linea con la tassonomia dell'UE. Al contempo, per gli investitori che comprano le obbligazioni sarà più facile distinguere investimenti realmente sostenibili e mere operazioni di Greenwashing.
I punti focali della strategia? Ampliare l'attuale arsenale legislativo sulla finanza sostenibile per facilitare l'accesso al finanziamento della transizione; rendere la finanza sostenibile più inclusiva nei confronti di PMI e consumatori dotandoli degli strumenti e degli incentivi giusti per accedere al finanziamento della transizione; rafforzare la resilienza del sistema economico e finanziario ai rischi che incombono sulla sostenibilità ; aumentare il contributo del settore finanziario alla sostenibilità ; garantire l'integrità del sistema finanziario dell'UE e monitorarne la transizione ordinata verso la sostenibilità ; creare iniziative e norme internazionali di finanza sostenibile e sostenere i paesi partner dell'UE.
Quali sono le strategie ESG? La linea di Bankitalia e la Carta degli investimenti sostenibili
La Carta degli investimenti sostenibili definisce la visione che la Banca d'Italia ha della sostenibilità , nonchè i principi e i criteri di riferimento per la gestione sostenibile dei propri investimenti finanziari, da applicarsi esclusivamente a quelle attività finanziarie sulle quali la banca ha piena autonomia decisionale.
La politica di investimento sostenibile della Banca si ispira a:
- i principi del Global Compact delle Nazioni Unite, relativi a diritti umani, standard lavorativi, tutela dell'ambiente e lotta alla corruzione;
- gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU per lo sviluppo sostenibile;
- l'Accordo di Parigi sul Clima, che impegna i governi a mantenere l'incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali e proseguire l'azione per limitare tale aumento a 1,5 °C;
- le raccomandazioni del Network for Greening the Financial System, al quale la Banca partecipa attivamente dal 2019, e alla posizione comune emersa nell'Eurosistema per l'applicazione ai portafogli non di politica monetaria di criteri di investimento sostenibile e responsabile.
La Banca privilegerà le imprese attente all'utilizzo responsabile delle risorse naturali e al loro impatto sugli ecosistemi; in grado di mantenere adeguate condizioni di sicurezza, salute, giustizia, parità e inclusione e generare reddito e lavoro nel rispetto di principi etici e con i migliori assetti di governo societario
Un aspetto importante della Carta è l'individuazione dei criteri di esclusione su cui la Banca si basa per individuare il perimetro nel quale selezionare gli investimenti. Sono escluse dall'universo di investimento le società emittenti che non rispettano le otto convenzioni fondamentali della Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) che impegnano al rispetto di diritti fondamentali, tra i quali l'eliminazione del lavoro forzato, la libertà sindacale, l'abolizione del lavoro minorile e l'eliminazione della discriminazione sul lavoro; i trattati internazionali in materia di armi biologiche, chimiche, mine antiuomo, munizioni a grappolo, nucleari, a frammentazione invisibile, incendiarie e laser accecanti. Sono esclusi, inoltre, i produttori di tabacco.