L'intelligenza emotiva, chiave di successo aziendale
L'intelligenza emotiva (IE) è ormai universalmente riconosciuta dagli esperti della leadership la ragione del successo dei leader, dei manager, degli imprenditori e in generale di tutti coloro che gestiscono persone e gruppi, molto più dell'esperienza pregressa o del quoziente intellettivo.
In un contesto in continua evoluzione, l'IE è fondamentale per affrontare le complessità , combattere gli effetti del sovraccarico di informazioni e aiutare i collaboratori a sentirsi coinvolti. Secondo Daniel Goleman, psicologo pioniere dell'intelligenza emotiva nel management, l'intelligenza emotiva rappresenta la capacità di riconoscere le proprie emozioni, di saperle gestire, per poi sviluppare e mantenere relazioni efficaci interpersonali.
Lo psicologo di Harvard individua quattro competenze fondamentali dell'intelligenza emotiva, due personali e due sociali, le quali formano un modello dinamico che racchiude in sè ulteriori microcompetenze.
Qui sotto sono descritte le competenze di Intelligenza Emotiva, secondo il modello di Daniel Goleman.
COMPETENZE PERSONALI: queste capacità determinano il modo di gestire sè stessi. Il modello dinamico dell'intelligenza emotiva prevede un'attenzione elevata al primo quadrante: la consapevolezza di sè e la capacità di conoscere sè stessi sono la colonna portante di tutto il modello.
Consapevolezza di sè
- Consapevolezza del proprio stato emotivo: saper leggere le proprie emozioni e riconoscere il loro impatto; utilizzare l'intuito per orientarsi nelle decisioni
- Accurata autovalutazione: conoscere i propri punti di forza e i propri limiti
- Fiducia in se stessi: una sana consapevolezza del proprio valore e delle proprie capacità
Gestione di sè
- Gestione delle proprie emozioni: saper gestire le proprie emozioni e gli impulsi negativi
- Trasparenza: dimostrare integrità e onestà . Ispirare fiducia
- Adattabilità : flessibilità nell'adattarsi alle situazioni mutevoli e nel superare ostacoli
- Orientamento al risultato: desiderio di migliorare le prestazioni personali per conformarsi al proprio modello di eccellenza
- Iniziativa: prontezza nell'agire e nel cogliere le opportunità
- Ottimismo: considerare il lato positivo degli eventi
COMPETENZE SOCIALI: queste capacità determinano il modo di gestire le relazioni interpersonali. Sono fondamentali per una buona leadership, per sviluppare relazioni ottimali, creare ambienti di lavoro risonanti, ottimizzare le vendite e tantissime altre possibilità . Dipendono dalle abilità personali, e si implementano grazie alle seguenti competenze.
Consapevolezza sociale
- Empatia: percepire le emozioni degli altri, comprendere il loro punto di vista e interessarsi attivamente alle loro preoccupazioni
- Consapevolezza organizzativa: saper leggere, a livello di organizzazione, le reti decisionali e politiche
- Orientamento al cliente: riconoscere e soddisfare le esigenze dei clienti, esterni e interni
Gestione delle relazioni interpersonali:
- Leadership ispiratrice: guidare e motivare gli altri con un ideale coinvolgente
- Influenza: saper essere persuasivi, incidere nelle vite e nelle scelte degli altri in modo positivo; il carisma è la conseguenza positiva.
- Sviluppo delle potenzialità altrui: rafforzare le capacità degli altri, guidandole e offrendo loro il necessario feedback.
- Agente del cambiamento: essere in grado di ispirare e guidare il cambiamento con criteri innovativi e propositivi
- Gestione dei conflitti: risolvere le divergenze, allentare le tensioni, promuovere la collaborazione positiva
- Lavoro di squadra e collaborazione: saper cooperare e creare gruppi di lavoro risonanti, indirizzati al miglior risultato di squadra partendo dalla valorizzazione dei singoli.
Inserita tra le prime 10 competenze richieste entro il 2020 dal World Economic Forum, ricercata dai recruiter e incoraggiata dagli imprenditori: l'intelligenza emotiva riveste sempre più importanza nel mondo del lavoro. Da recenti sondaggi emerge non solo che il 34% degli headhunter danno molta importanza a questa qualità nelle selezioni, ma anche che creare un ambiente di lavoro in grado di stimolare l'intelligenza emotiva è il trend del momento. Secondo gli esperti questa qualità è vitale per la carriera ed esserne dotati è addirittura più importante rispetto a possedere un alto quoziente intellettivo: la maggior parte delle persone di successo infatti possiede un buon livello di IE.
Lo psicologo mondiale Daniel Goleman la definisce una qualità più rara di quanto si possa pensare e di difficile valutazione, dato che secondo un team di studiosi della Yale University viene sovrastimata dall'80% delle persone. La quotidianità è costellata di esperienze emotive: se ne vivono oltre 500 al giorno, ma si è coscienti solo di una piccola frazione. Tuttavia, esse danno un tono a ogni interazione: questa consapevolezza porta a capire la necessità di esplorare le emozioni sul posto di lavoro, motivo per cui l'intelligenza emotiva è diventata un'abilità chiave di aziende e leader che, se coltivata attraverso programmi ad hoc, può migliorare anche del 70% (quindi la si può apprendere, con responsabilità e autodisciplina).
Un'importanza sottolineata anche dai protagonisti del mondo delle imprese, dove oggi l'intelligenza emotiva rappresenta un elemento imprescindibile per districarsi in un mondo in continuo mutamento, caratterizzato da un'economia globale e da cambiamenti demografici che rendono sempre più diversificate le tipologie di clienti -- L'ambiente di lavoro e le relazioni che si instaurano giocano un ruolo importante nel permettere alle persone di esprimere lo spettro completo delle emozioni. La base dell'IE nelle organizzazioni è avere dei manager in grado di tradurre le loro forti competenze sociali e interpersonali in comportamenti e strategie di leadership Questo crea le adeguate condizioni psicologiche e fisiche per far sentire i collaboratori motivati, apprezzati e degni di fiducia.
"Decenni di studi hanno dimostrato che i leader e i team migliori sono quelli con elevate capacità emotive e sociali, tra cui padronanza di sè, resilienza sotto stress, empatia, influenza e lavoro di squadra - ha affermato il dott. Goleman - Queste sono le competenze che contraddistinguono i migliori performer del ventunesimo secolo".
Per creare un ambiente di lavoro emotional-friendly innanzitutto occorre aumentare l'intelligenza emotiva all'interno delle organizzazioni assumendo talenti con maggiori competenze di IE. Inoltre, possono essere messi in atto percorsi di sviluppo delle abilità emotive, che conducano a creare una fascia manageriale "emotivamente intelligente" e in grado di realizzare e guidare squadre performanti e cooperative, capaci di aiutare a scoprire i bisogni e le motivazioni dei lavoratori e a capire come migliorare la loro esperienza lavorativa. Negli ambienti incentrati sulla persona i collaboratori si sentono più apprezzati e connessi all'organizzazione e sono incoraggiati a esprimere e condividere le proprie emozioni e possono, conseguentemente, dare il meglio al lavoro a beneficio delle persone, del team e dell'intera organizzazione.
Per valorizzare al meglio l'intelligenza emotiva in azienda, ecco ripresi i 4 ambiti che compongono il modello delle competenze dell'intelligenza emotiva e sociale realizzato da Richard Boyatzis, professore di economia alla Case Western Reserve University e da Daniel Goleman, che analizza il punto di vista dei lavoratori e delle aziende:
1.Autoconsapevolezza (sapere cosa sento e perchè lo sento)
- Dal punto di vista del lavoratore: è segno di maggiori possibilità di successo.
- Dal punto di vista dell'azienda: le imprese con più collaboratori autoconsapevoli hanno performance migliori delle altre
2.Autogestione (gestire le emozioni stressanti e individuare le emozioni positive)
- Dal punto di vista del lavoratore: le persone che gestiscono efficacemente le proprie emozioni subiscono meno lo stress correlato al lavoro.
- Dal punto di vista dell'azienda: i leader che gestiscono bene le emozioni ottengono risultati migliori.
3.Consapevolezza sociale (riconoscere ed empatizzare con le emozioni altrui)
- Dal punto di vista del lavoratore: l'80% degli impiegati pensa che l'empatia sul lavoro debba aumentare.
- Dal punto di vista dell'azienda: l'abilità dei leader di essere empatici è correlata a maggiori profitti e produttività .
4.Gestione delle relazioni (lavorare efficacemente con gli altri, risolvere i conflitti, ispirare e motivare)
- Dal punto di vista del lavoratore: il 46% dei professionisti crede che le amicizie sul lavoro siano importanti per essere felici.
- Dal punto di vista dell'azienda: per il 77% dei lavoratori è importante essere in buoni rapporti con i colleghi.
Offrire alla propria fascia manageriale percorsi orientati allo sviluppo di queste competenze può portare l'azienda stessa a creare un circolo virtuoso all'interno della propria organizzazione, dove l'engagement e il senso di appartenenza interno riverberano in un flusso positivo di reputazione esterna, riconosciuto dai clienti e dalla realtà territoriale in cui l'azienda stessa opera. A sua volta, comportamenti distintivi e di eccellenza porteranno inevitabilmente alla creazione di un passaparola positivo che si tradurrà in aumento della clientela, attrattività di talenti, crescita esponenziale in termini di risultati di business e di generazione di benessere a tutti i livelli del sistema (salute, produttività , sostenibilità , ecologia).
Il processo che si innesca rinforza e cementa il progresso sostenibile dell'impresa, dove ciascun componente gioca un ruolo di primo piano alla realizzazione di ciò che può essere il sogno del futuro di tutti per le generazioni: la passione per il lavoro, l'identità del singolo che si rinforza nel sentirsi parte integrante di un sistema fiorente, dove la cooperazione verso il bene comune consente di realizzare progetti perfettamente in equilibrio tra ciò che richiede l'evoluzione industriale e ciò che reclama la conservazione del nostro pianeta; non più obiettivi contrapposti ma un binomio indissolubile foriero di crescita e di stabilità .