Da quando il climate change è diventato uno degli argomenti più in voga all'interno dell'attuale tessuto societario anche le imprese, e più genericamente le organizzazioni, hanno sentito la necessità  di mostrare - ma non sempre dimostrare - il loro interesse per le questioni etiche. Alzi la mano chi, nel corso dell'ultimo acquisto online, non ha intravisto almeno un prodotto la cui descrizione non contenesse i termini "eco-friendly", "organico" e "sostenibile".

Se da un lato il rinnovato amore per l'ambiente da parte delle imprese rappresenta un segnale positivo dall'altro è facile constatare come, per i consumatori o fruitori di servizi, sia facile cadere nella trappola del Greenwashing.

Cosa si intende per Greenwashing?

Se la definizione fornita da Treccani è laconica ("Strategia di comunicazione o di marketing perseguita dalle aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività , cercando di occultarne l'impatto ambientale negativo") quella che si legge tra le pagine online BBC ha un'accezione maggiormente emotiva: «Quando le compagnie dicono di preoccuparsi del cambiamento climatico ma, al contempo, fanno cose che impattano negativamente sull'ambiente». L'obiettivo finale è comunque lo stesso, ovvero aumentare l'appeal di prodotti o servizi mediante pratiche di marketing e comunicazione ingannevoli.

Per dare un'idea della portata del fenomeno Greenwashing è sufficiente leggere i report della Commissione Europea: su 344 siti ed e-commerce analizzati, il 42% riportava informazioni fuorvianti in merito alla sostenibilità  dei prodotti e servizi venduti. Nella maggior parte dei casi, i fornitori non fornivano evidenze sufficienti a giustificare la (dichiarata) vocazione sostenibile dei prodotti / servizi offerti.

Come riconoscere le pratiche sleali di Greenwashing?

È proprio la BBC a stilare una breve lista di quelle pratiche di Greenwashing in cui, più o meno consapevolmente, ci imbattiamo ogni giorno:

  • Un brand fashion che pubblicizza abiti fabbricati con tessuti "sostenibili", quando i rimanenti capi della linea di abbigliamento sono prodotti con pratiche dannose per l'ambiente
  • Gli ingredienti di un prodotto vengono descritti come "naturali" o "organici", quando solo una parte di questi può essere realmente definita "naturale" o "organica"
  • Lo starter-pack del Greenwashing è spesso colorato di verde, con fiori e piante disegnati, per fare apparire il prodotto più... green di ciò che è realmente
  • Avere una versione eco-friendly dei propri prodotti, senza però rendere eco-friendly l'intera produzione

Altre tecniche sleali si riscontrano nel cosiddetto "Greenwashing da riforestazione" - compensare gli alberi abbattuti per alimentare la propria attività  produttiva piantandone di nuovi, senza preoccuparsi invece di identificare le fonti emissive più impattanti ed efficientarle - pubblicizzare riduzioni di emissioni di CO2 attraverso campagne "energivore", non affidarsi ad Enti terzi e imparziali per validare le proprie performance ambientali.

Come difendersi dal Greenwashing?

Ecco come riconoscere prodotti e servizi sostenibili, non solo in ottica green:

  • Codice etico

Affidati a fornitori che hanno adottato un codice etico per informare gli stakeholder circa impegni ed obblighi imposti in materia di rispetto delle leggi, trasparenza, onestà , responsabilità  morale. Assicurati che questi ne diffondano i valori sia all'interno che all'esterno dell'organizzazione.

  • Modello Organizzativo e di Gestione 231

Affidati a fornitori che intendano adottare un modello documentato di organizzazione, gestione e controllo finalizzato a prevenire reati connessi ad interesse e vantaggio dell'impresa.

Rgolamento Chatcontrol sì Clicca qui per verificare Codice Etico e MOG231 di UOMOeAMBIENTE

  • Certificazioni

Affidati a fornitori la cui qualità  (e sostenibilità ) dei servizi sia certificata da enti terzi ed internazionalmente riconosciuti: ISO 9001 (norma internazionale per i Sistemi di Gestione per la Qualità ), ISO 14001 (lo standard internazionale più riconosciuto per i sistemi di gestione ambientale) e SA 8000, la "certificazione etica" con cui le aziende possono dimostrare la propria linea di condotta in termini di rispetto dei valori e dei diritti fondamentali delle persone impiegate nelle proprie attività .

Rgolamento Chatcontrol sì Clicca qui per verificare le certificazioni ISO 45001, ISO 14001, ISO 21001, ISO 9001, SA 8000, MTIC 56002 e Gold Rating Ecovadis

  • B corp

Non solo aziende no profit, anche il business può avere un impatto positivo sull'ambiente. È per questa ragione che le aziende più visionarie si stanno tramutando in Certified B Corporation impegnandosi a rispettare determinati standard di performance, trasparenza e responsabilità .

Rgolamento Chatcontrol sì UOMOeAMBIENTE ha avviato le pratiche per il riconoscimento della certificazione B Corp

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Sostenibilità  ambientale

Ecolabel UE Marchio di qualità  ecologica dell'Unione Europea che contraddistingue prodotti e servizi che pur garantendo elevati standard prestazionali sono caratterizzati da un ridotto impatto ambientale. La prestazione ambientale è valutata su base scientifica analizzando gli impatti ambientali più significativi durante l'intero ciclo di vita del prodotto o del servizio, tenendo anche conto della durata della vita media dei prodotti e della loro riutilizzabilità /riciclabilità  e della riduzione degli imballaggi nonchè del loro contenuto di materiale riciclato.
FSC - Forest Stewardship Council La certificazione FSC è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti legnosi e non legnosi derivati dalle foreste. Il marchio di certificazione FSC garantisce che l'intera filiera legno-carta certificata per i suoi standard derivi da una gestione forestale rispettosa dell'ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile. Esistono due tipi di certificazione FSC: la certificazione di Gestione forestale, per proprietari e gestori forestali, e la certificazione di Catena di custodia, per imprese di trasformazione e/o commercio di prodotti forestali.
PEFC - Programme for the Endorsement of Forest Certification I prodotti certificati PEFC provengono da foreste certificategestite in modo sostenibile. La loro gestione è stata valutata da esperti indipendenti per garantire l'adesione a rigorosi standard internazionali. Il marchio fornisce la garanzia che il materiale di origine legnosa e arborea certificato contenuto in un prodotto - un taccuino, un tavolo o una risma di carta - abbia una provenienza etica.
Nastro di Moebius, triangolo con frecce o triangoli con sigla Il nastro di Moebius si trova su imballaggi di carta, cartone e cellulosa in diverse varianti di colore, riprende il simbolo dell'Infinito. Significa che il prodotto è riciclabile e che la confezione è composta di materiali riciclati, oppure è riciclabile anch'essa.

Il triangolo con frecce è proprio delle confezioni di plastica e può voler dire sia che l'imballaggio è riciclabile, oppure che parte del materiale è riciclato. I numeri presenti al suo interno, da 1 a 6, indicano il tipo di plastica utilizzata secondo un codice prestabilito. I polimeri diversi da quelli esplicitati dalla Decisione 129/97/CE, invece, sono stati identificati tutti con il codice "7" e indicano un prodotto non riciclabile.
A differenza del simbolo precedente, il triangolo con sigla indica chiaramente il tipo di plastica di cui è fatto l'oggetto. Le sigle possono essere PET, PE, PP, PS e PVC.

Sostenibilità  sociale

Max Havelaar "Max Havelaar è il marchio che identifica prodotti del commercio equo provenienti da paesi del Sud del mondo e conformi alle direttive di Fairtrade International. Le direttive applicate per i prodotti coltivati nelle piantagioni o nelle cooperative di piccoli agricoltori sono differenti. Il pagamento di un prezzo minimo e di un premio di produzione Fairtrade sono elementi centrali di entrambi gli standard. Per quanto riguarda gli aspetti sociali, Max Havelaar pone esigenze più rigorose rispetto alla media, le disposizioni relative all'ambiente sono al di sotto della media paragonate ad altri marchi". Parola del WWF, che lo definisce "Molto raccomandato"
FairTrade Il marchio FairTrade viene stampato sui prodotti coltivati e commercializzati secondo i criteri del commercio equo. Significa inoltre che questi sono completamente tracciabili (trattati separatamente dai prodotti non-certificati), dal campo allo scaffale. Si può trovare questo marchio sui prodotti mono-ingrediente, come le banane e il caffè. Se è presente il Marchio Fairtrade con una freccia, significa che sul retro della confezione troverai maggiori informazioni sugli ingredienti.

Due prodotti hanno i loro marchi specifici: oro e cotone. Il marchio Fairtrade per l'Oro significa che tutto l'oro usato in un gioiello è stato estratto e commercializzato in maniera etica e indica che vi è tracciabilità  fisica. Il marchio Fairtrade per il Cotone indica che il prodotto è realizzato con cotone grezzo che è stato coltivato e commercializzato in maniera etica, direttamente tracciabile, ovvero tenuto separato dal cotone non-Fairtrade, in tutti gli stadi della lavorazione.

Sostenibilità  etica

DOC - Denominazione di Origine Controllata Tra le varie certificazioni la DOC (Denominazione di Origine Controllata) rappresenta quella utilizzata nel settore enologico per indicare dei vini le cui uve siano state coltivate secondo specifici parametri e la cui produzione rispetti le procedure indicate. L'insieme dei parametri che conferiscono a un prodotto enologico la certificazione DOC si riferisce sostanzialmente alle peculiari caratteristiche del prodotto connesse con l'ambiente naturale di produzione e con i fattori umani implicati nella specifica catena di produzione.
DOP - Denominazione di Origine Protetta e IGP - Indicazione Geografica Tipica La sigla DOP (Denominazione di Origine Protetta) designa un prodotto le cui qualità  e caratteristiche sono essenzialmente, o esclusivamente, dovute all'ambiente geografico. Tutta la produzione, la trasformazione e l'elaborazione del prodotto devono avvenire nell'area delimitata.

La sigla IGP (Indicazione Geografica Tipica) introduce un livello di tutela qualitativa che si focalizza più sulle tecniche di produzione che sul vincolo territoriale. La sigla identifica un prodotto originario di una regione e di un paese le cui qualità , reputazione e caratteristiche si possono ricondurre all'origine geografica e di cui almeno una fase della produzione, trasformazione ed elaborazione avvenga nell'area delimitata.